Giunto al “The Daily Herald”, salutò con un cenno la guardia giurata all’ingresso e salì subito in redazione, preso da un’euforia e un’eccitazione insolite. Avrebbe scritto immediatamente l’articolo di denuncia, per farlo pubblicare con la prima edizione del mattino.

 

TUTTA LA VERITA’ SULLO STERMINIO DI CHICAGO

Norman Jason Evans è innocente

Di Blaise Picard

 

Il massacro della famiglia di otto persone, perpetrato con inaudita crudeltà, ha finalmente un colpevole. Non il povero Norman Jason Evans, utilizzato come capro espiatorio proprio da coloro che hanno commesso quello scempio. Devono pagare il male che hanno fatto, scriverò i loro nomi e sarò pronto a testimoniare al processo, se e quando ci sarà.

ONORIO LO MONACO, losco figuro proprietario del “Blind Pig” e affiliato temibile dell’organizzazione malavitosa della “Mano Nera”. Fu lui ad eseguire il massacro di quella famiglia, colpevole di non aver accettato le richieste del racket! Asce e coltelli contro adulti e bambini, senza pietà alcuna.

ROCKY MALONE, ai tempi capitano della polizia, invischiato anch’egli con Lo Monaco, che deviò le indagini e costruì prove false ai danni del diciassettenne negro Norman Jason Evans.

Questa è la verità, ora tocca alla giustizia fare il suo corso.

 Blaise mostrò l’articolo al caporedattore, il quale strabuzzò gli occhi:
“Questa è una bomba Picard, sei sicuro di quanto affermi? E’ roba forte, troppo forte!”
“E’ la pura verità, pubblichiamola con la prima edizione del mattino”.
“Te ne assumi la responsabilità?”
“Certo”.
“Bene, vai a casa, ci penso io”.
“Grazie, buonanotte”.

Fu un sonno molto agitato per Picard, sicurezza e paura si mescolavano facendolo svegliare di soprassalto sudato e col cuore in tumulto. Ma sapeva di aver fatto la cosa giusta.

Uscì presto al mattino, si recò alla vicina edicola e guardò ansioso i fogli di giornale che l’edicolante metteva esposti per attirare l’attenzione. Il suo articolo non c’era. Comprò una copia del “The Daily Herald”, e tornò a casa. Sfogliò il giornale da cima a fondo, non lo trovò.
Decise di telefonare in redazione per chiedere spiegazioni, ma proprio in quel momento bussarono alla porta. Andò ad aprire, un pugno pesante come un macigno lo colpì in pieno volto facendolo cadere a terra  tramortito. Due brutti ceffi gli furono addosso tempestandolo di calci e pugni. Uno di loro sibilò:
“Povero imbecille, davvero credevi di poter contrastare Onofrio Lo Monaco?”
La lama di un coltello vibrò nell’aria conficcandosi nel suo petto.
Blaise Picard morì all’istante, colpevole d’aver fatto la cosa giusta.

 

Ruth Evangeline Tyson era in attesa di entrare in scena al “Blind Pig” quando la sua gigantesca guardia del corpo entrò in camerino:
“Ruth, il giornalista che è venuto da te per un’intervista, ricordi? Quel Blaise Picard… è morto, lo hanno ammazzato”.
Lei non si scompose, restò ferma a guardare davanti a sé, in quella posizione innaturale causata dalla sua deformità. Non la meravigliava quella notizia, evidentemente il povero ragazzo aveva scelto di fare la cosa giusta e aveva pagato con la vita. Il diavolo aveva vinto ancora..
Disse:
“Dammi la chitarra”.
Il gigante gliela sistemò in grembo, lei afferrò il coltello che utilizzava per suonarla. Partirono i primi accordi struggenti poi, con la sua voce roca, inquietante e affascinante, intonò un blues in onore di quel ragazzo coraggioso.

The sky is crying,
look at the tears roll down the street,
The sky is crying,
look at the tears roll down the street,
the tears rolling down my door.

(Il cielo sta piangendo,
guarda le lacrime rotolare giù per la strada,
Il cielo sta piangendo,
guarda le lacrime rotolare giù per la strada,

le lacrime rotolano sotto la mia porta.)