Autore: Simonetta Breuza

Le nostre anime affini

Le nostre anime esposte Raggiunsi quel paesino di mare un mattino poco dopo l’alba, il sole stava lentamente sorgendo su quelle piccole vie del borgo ancora assonnato. Mi diressi con passi lenti all’indirizzo che mi ero appuntata sull’agenda del cellulare, verso quella casa che avevamo affittato per le nostre vacanze, con mio marito, mia figlia e la sua famiglia. Ero partita un paio di giorni prima, da sola, perché già libera da impegni, in attesa di essere raggiunta da tutti gli altri. Giunsi all’indirizzo e suonai il campanello, dal poco descritto sul sito a cui ci eravamo affidati, doveva...

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Profumi e gesti

A voi che avete regalato sorrisi, pensieri, saggezze A voi che avete speso baci e abbracci infiniti, che avete curato ginocchia e anime ferite A voi che non aspettate che un loro passaggio che attendete un loro abbraccio, un “ ciao come state “ A voi che siete stati complici dei loro sotterfugi che con loro siete tornati bambini A voi che avete giocato, stendendo sulle loro teste lenzuola dondolanti in un gioco stupido A voi che coricati per terra, avete con loro, disegnato, cucinato minestre fantastiche, bevuto caffè da tazzine vuote A voi che avete mangiato piatti inconsistenti,...

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Leggiadra fanciulla

Leggiadra fanciulla L’albero della vita racchiuso nel folto del bosco spingeva le sue chiome verso l’alto per rubare ancora un raggio di sole che entrava perpendicolare in quel buio sottostante. L’albero con tutte le sue forze spingeva verso il basso le sue spesse e nodose radici alla ricerca di un po’ d’acqua e di una stabilità sempre maggiore. L’albero stava li da sempre, gli uccellini ci facevano il nido e lui li accoglieva tra i suoi forti rami, seguiva i loro primi goffi voli, pronto a proteggere con le sue foglie quei primi ed incerti battiti d’ali. Tra le...

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Buon viaggio … – in risposta a “Cosa guardano?”

Mio Dio, non sia mai che qualcuno possa invadere il nostro territorio, rubarci i fiori dal giardino o i frutti dal nostro frutteto, o portarci via i campi di cotone, non starò qui immobile. Fosse pure anche la morte in persona, si faccia avanti, la infilzerò col mio forcone, non avrà alcun scampo, inchioderò lei e la sua falce per sempre sul terreno consacrato, non farà così più paura a nessuno. Lei al fianco con lo sguardo di chi già vede oltre, guarda sconsolata la signora con la falce avvicinarsi e tra se pensa “non hai proprio mai compreso...

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Quelli di Writer Monkey su Facebook

1 day ago
Writer Monkey

Un attimo di consapevolezza - di Andrea Grieco

A volte mi chiedo:
come ha fatto la nostra generazione
a sopravvivere ai cibi
contenenti lattosio?

Come siamo potuti crescere
senza omogenizzati, integratori,
ormoni e multivitaminici?

Come siamo vissuti
senza Coca zero, Red Bull,
aperitivi e long drink,
se aspettavamo la domenica
per bere l’acqua gasata
con polverine disciolte?

Come abbiamo superato
gli inverni rigidi
col panino nella cartella,
senza le merendine, la nutella
e gli immunostimolanti?

Come ci siamo accontentati
della merenda del pomeriggio
fatta di pane, burro e zucchero,
senza ricorrere ai centrifugati
di frutta e verdura?

Come abbiamo superato
le sere d’estate
con una fetta di anguria per strada,
senza la baldoria degli happy hour?

Come abbiamo sopportato
la punizione di un professore,
e abbracciato incontrandolo
dopo tanti anni,
senza aggredirlo
con l’approvazione dei genitori?

Come abbiamo potuto
corteggiare la compagna di banco
senza epilazione sul petto,
e un fisico da bodybuilding?

Come abbiamo potuto
fare a meno del personal trainer,
avendo giocato solo a calcetto
sui terreni sterrati,
mentre il compagno più sfigato
faceva da arbitro?

Come siamo sopravvissuti
alle ginocchia sbucciate
e disinfettate con la sola saliva,
senza ricorrere ad antibiotici
antisettici e medicazioni?

Come siamo riusciti
ad incontrarci con la ragazza
se non esisteva il cellulare
e gli unici sms
erano un bigliettino nel diario
e un bacio rischiato?

Come accettava di uscire con noi,
se andavamo a prenderla a piedi
sapendo che volevamo
regalarle le ali?

Come abbiamo potuto
scrivere poesie
e comporre canzoni
senza l’uso del computer?

Come siamo riusciti
ad aspettare un tempo infinito
per dare il primo bacio,
se ora è l’ultimo ad arrivare
dopo un amplesso?

Eppure,
la nostra generazione
che non faceva l’alba,
ha saputo sognare.
Perché il cibo più sano
che l’ha nutrita,
era la speranza.


(trovata in giro per internet)
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