Autore: Pino Chisari

La Gazza di Monet

Sarà bene precisarlo subito, prima d’ogni possibile equivoco: Ulderico è tutto, fuorché un esperto d’arte. Va detto perché altrimenti sarebbe facile e logico trovare da ridire sulle sue valutazioni estetiche – e le chiamo così giusto per necessità di esposizione. Sarebbe di gran lunga più corretto, e lo è di fatto, parlare di pure e semplici sensazioni in una persona che di arte in genere, e di pittura in particolare, non ne mastica granché. Anzi, considerato che di mestiere fa il macellaio, si sarebbe facilmente portati ad escludere che in lui ci possano essere emozioni che esulino dal quotidiano...

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Pronto Soccorso

David entrò nel piccolo ufficio riservato al medico di turno e si appoggiò pesantemente alla porta che s’era chiuso alle spalle, emettendo una specie di sospiro che però suonò più come un gemito e, probabilmente, lo era. Si sentiva terribilmente stanco… non poteva essere altrimenti visto che aveva preso servizio ormai quasi 24 ore prima… e doveva aspettare ancora – non aveva idea quanto – prima che chi di dovere venisse a dargli il cambio. Non era per nulla normale una tirata del genere, anzi, a voler essere precisi, era piuttosto illegale. Un medico stanco, lo capisce chiunque, può...

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Roma For Ever

Il tassista aveva una barba a pizzo, una reticella sui capelli ed un codino legato con un nastro bianco. La barba poteva anche andare, ma il codino no, mai e poi mai. Liliana non aveva mai sopportato gli uomini che si legavano i capelli. Il codino – o la coda di cavallo, era lo stesso – le ispirava diffidenza e, persino, repulsione. Era così, senza un motivo preciso; una reazione tanto istintiva quanto razionalmente immotivata. La reticella ed il nastro bianco poi… chiaro che eravamo davanti ad una lampante forma di esibizionismo. In ogni caso non era questo il...

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Dimenticata magia

Quest’arida collina battuta dal tempo
coltiva gli sterpi dell’antica vita
nei cunicoli misteriosi della terra.
Dimenticata magia quella ch’improvvisa
travolge l’aria, un urlo morente
accanto al sole ormai fuggiasco.
Richiama fantasmi la mente complice
e vegliano attorno in silenzioso
corteo del nulla, disperso al vento
che stasera riporta
instancabili nenie antiche.
 
(22/02/1967)

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Populonia

Tenui sussurri vagano ancora
intrappolati nella carezza d’un vento
ch’ogni volta consacra preghiere
destinate a sconsolare l’anima.
O forse a rinnovare angosce
per recuperare un alibi capace
di destrutturare il tempo lasciando
i giorni liberi, come nubi,
di rimbalzare tra cielo e suolo.
Terra di cinghiali,
terra affamata di calore,
terra sfiorata dal mare,
terra di canti nei vigneti,
terra d’olive spremute
e solitarie cavalcate, eco
instancabile d’amare riflessioni.
Ti ritrovo dentro, in qualche modo,
ripenso alle cadenze del tuo incedere,
a quelle parole che sembrano
perdersi dentro una melodia,
lascio allora che i campi d’erba
bagnino d’autunno i piedi miei,
le scarpe affossate laddove
le attese hanno infine trovato riposo.

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1 day ago
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