Gli abitanti di quella cittadina erano assetati del sangue di quella ragazza. Mi sembrava di essere tornato nel mio mondo, dove ogni scusa era buona per attaccare, ferire, divorare, smembrare e più generalmente uccidere qualcun altro. Nella mia mente, le urla che emanavano quei popolani vennero sostituite dai versi d’ira e dalle ringhia tipiche dei demoni con cui sono cresciuto, contro cui ho combattuto per la sopravvivenza e che ho disprezzato per ogni secondo della mia vita. Ero in quel mondo da neanche un giorno umano, ma stavo già pensando che questi esseri non fossero tanto diversi dai miei simili, che gli umani e i demoni fossero identici nel carattere seppur differenti nelle capacità fisiche.
Forse la mia curiosità era futile e i miei dubbi ingiustificati, forse dovevo semplicemente tornare indietro e lasciare che Mundus facesse quel che voleva, con quegli esseri ripugnanti tanto quanto i miei simili. Nessuna ragione mi veniva in mente perché dovessi sforzarmi di comprenderli se già alla prima occasione mi dimostravano di non meritare comprensione o possibilmente la salvezza. Non meritavano neanche un tentativo di convincere Mundus di risparmiare quel mondo. Mi voltai per allontanarmi.
E per quel che m’importava, quella donna poteva anche bruciare.
-Vi prego! Non sono una strega! Non voglio morire!- la sua voce mi fermò, facendomi voltare attirato da non sapevo cosa,
-Taci, ammaliatrice! Abbiamo trovato le tue pozioni malvagie e i tuoi libres eretici! Non sfuggirai alla iustitia divina!
-Io sono una curatrice! Quelli erano libri di studio per alleviare le sofferenze delle persone malate! Volevo solo aiutare!
-Ho detto di tacere!- l’uomo con fare altezzoso colpì la donna. Il suo viso aveva un’espressione molto diversa da quella dei popolani attorno a me, che avevano il volto sfigurato da rabbia e sadismo, e dall’uomo vicino alla donna, che guardava tutti con aria di superiorità ed Eva con disgusto, espressioni che riconobbi perché molto simili a quelle che facevo io con i miei simili. L’umana aveva un’espressione dolorante e dai suoi occhi sgorgava un liquido che solcava copiosamente le sue guance.
Mai in vita mia avevo visto un viso bagnarsi di un liquido cristallino. Non sapevo a cosa associare quell’espressione di dolore, non c’era alcuna ferita visibile, niente sangue e nessun segno di tortura.
-Guarda come piange, quella megera.
-Spera di salvarsi versando due lacrime.
-Non commuovi nessuno, strega!
“Piange”? “Lacrime”? “Commuovi”? Queste parole a me sconosciute vennero dette da alcuni popolani che urlavano contro la donna. Quella donna stava “piangendo”? Quelle sul suo viso erano “lacrime”? E la gente avrebbe dovuto “commuoversi” per via di ciò?
Tutti questi concetti erano totalmente nuovi per me. Demoni e umani non sembravano più così simili, dopotutto. Forse la mia visita in quella cittadina aveva avuto senso.
Non sentivo alcuna energia magica provenire dalla donna, specialmente non demoniaca. A dire il vero, non avevo mai percepito un’essenza vitale più pura della sua, che spiccava tra quelle degli altri umani attorno a me, i quali, sebbene molto meno dei demoni, in confronto a lei possedevano lo stesso putridume dei miei simili.
Mi feci largo tra la folla assetata di sangue che urlava di dar fuoco alla legna sulla quale la donna era legata e spinsi via la guardia che cercò di bloccarmi.
-Fermi tutti. Richiedo la liberazione immediata di questa donna.- la folla che si era accumulata lì si zittì quasi totalmente nel vedere uno straniero che aveva interrotto il loro divertimento, per poi cominciare a mostrare il suo disappunto inveendo contro di me.
-Chi sei? Non ti ho mai visto prima. Come osi immischiarti negli affari di Red Grave?- fece l’uomo guardandomi con occhi severi e rabbiosi. Comprensibile, mi stavo intromettendo in affari che non mi riguardavano e che probabilmente era ordinaria amministrazione per quella cittadina.
Anche questo evento sarebbe stato materiale da analizzare con cura.
-Mi chiamo Sparda, provengo da un regno molto lontano. Pretendo che liberiate la donna.- la folla, che finalmente aveva smesso di urlare con voci rabbiose fino a fare silenzio per sentire cosa io e l’uomo davanti a me avevamo da dire, aveva sollevato un brusìo di voci che mai avevo sentito prima. Supponevo fossero di curiosità.
-E per quale motivo dovrei obbedire?- gli uomini armati lì presenti si erano posizionati attorno a me, abbandonando il compito originale di assicurarsi l’incolumità di quella specie di boia e che nessuno cercasse di annullare l’esecuzione. Esattamente come cercavo di fare io.
-Si tratta di una donna che ho assunto per le sue capacità mediche. Posso assicurare che non ha intenzioni malvagie né tantomeno possiede capacità magiche.- stavo mentendo per una donna che non conoscevo. Dovevo essere impazzito.
-Li nostri ordini vengono direttamente dal Rex in persona. Siamo autorizzati a bruciare chiunque noi riteniamo abbia rapporti con lo Demonio.- non mi era chiaro se per “demonio” intendeva qualche demone infiltratosi nel mondo umano, ma sicuramente quella donna non aveva l’aspetto né l’energia di una strega di Umbra, altrimenti non avrebbe avuto bisogno di aiuto alcuno per liberarsi. Per quanto riguardava me, avrei potuto ipnotizzare quello zotico, ma ciò avrebbe destato qualche sospetto, rischiando di farmi scoprire. Inoltre potevo analizzare la mentalità umana di qualcuno spocchioso come lui, in questo modo.
-Non ho intenzione di rimanere a guardare mentre condannate a morte una donna innocente.- mentre tutta la discussione stava avvenendo, lessi la mente dell’uomo, scoprendo che i libri e gli intrugli di cui parlavano prima erano qualcosa che neanche io avevo visto, ma che i pensieri di Eva avevano rivelato essere effettivamente legati a scopi di guarigione, come aveva detto in precedenza. L’uomo era semplicemente ignorante delle vie di guarigione della donna e le aveva etichettate come stregoneria, ma notai anche un forte pregiudizio che lo portava a non curarsi della veridicità delle accuse, portandolo a bruciare donne che con la stregoneria non avevano nulla a che fare.
Quell’uomo era alla stregua dei demoni.
-La signorina Eva mi ha aiutato in passato, non vi è magia nei suoi metodi, solo un utilizzo intelligente di piante medicinali e della sua ottima conoscenza del corpo umano.- Eva mi fissava non riuscendo a credere che qualcuno fosse intervenuto ad aiutarla. Sapevo che avrebbe retto il mio bluff.
-Ah, il corpo umano lo conosce benissimo!- disse un villano dalla folla scatenando una risata di massa. Non era necessario essere un umano per capire l’insulto a sfondo sessuale.
Mi voltai verso la folla guardandola in una maniera quasi demoniaca che rischiò di far saltare la mia copertura. La folla tacque immediatamente.
-Sono sicuro che la megera abbia ingannato i tuoi sensi, le menti deboli sono spesso soggette a illusioni di chi ha giaciuto con il Diavolo.
-E immagino che le VOSTRE menti siano immuni da queste illusioni.- l’uomo s’incupì di colpo, avvicinandosi di un passo verso di me e guardandomi con uno sguardo di malvagità avevo visto molte volte nel corso della mia lunga vita.
-…cosa vorresti insinuare?- l’uomo aveva messo mano all’elsa della sua spada.
-Siete solo degli inetti che uccidono donne solo per soddisfare il vostro ego e sentirvi superiori, consci del fatto che il vostro Re giustificherà le vostre azioni come opera necessaria a soddisfare il vostro fantomatico Dio.- dalla folla si sollevarono delle voci di disappunto mentre l’uomo furibondo sembrava sul punto di mettere pure me sul rogo, ma la sua attenzione venne attirata da un altro uomo, incappucciato e che non faceva parte della sua combriccola, sussurrandogli qualcosa all’orecchio.
-Mi è stato riferito che tu sei l’homo che ieri ha chiesto udienza dal nostro amato Rex.
-Esatto. Mi ha offerto la sua ospitalità, e finché non infrango la legge posso rimanere entro i limiti del vostro villaggio.
-Oh, ma tu STAI infrangendo la lex. Stai interrompendo l’esecuzione pubblica di una peccatrice!
-E quali prove dimostrano che lei lo sia?
-Non necessito di prove! EGO SUM MANUS DEI!- tra la folla c’era chi mosse le mani per formare un gesto che ricordava molto una croce.
-Da dove provengo io, le indagini vengono svolte con accuratezza per evitare di mandare al patibolo degli innocenti.- non era vero. In millenni di vita non ricordavo neanche di aver mai conosciuto il concetto di indagine e come fosse utilizzato per capire come sia stato effettuato un crimine. Nel mondo demoniaco si uccide per delle inezie. -La vostra non è un’indagine, è un pregiudizio!
-ERETICO! SERVO DE LO DIMONIO!- fa per schiaffeggiarmi ma afferro la sua mano prima che possa anche solo sfiorarmi il viso. Ciò portò le guardie a puntarmi contro le armi con ancora più decisione urlando di lasciare la presa. La lasciai. Se ci avesse riprovato non gli avrei dato occasione di farlo ancora.
L’uomo era rosso di rabbia, e sguainò la spada per colpirmi ma venne fermato da una voce.
-Inquisitore Rockwell, abbassi l’arma!- un uomo tozzo e pelato spuntò da dietro di lui.
-Maestro Raymond! Stavo per punire questo eretico, come mio compito. Perché mi avete fermato?!
-Dopo che il Re ha saputo che il suo ospite, Messer Sparda, è intervenuto per salvare la donna, ha dato ordine di non proseguire con l’esecuzione della donna fino a che non venga data provata della sua colpevolezza.- mentiva, il Re non era stato informato di nulla.
-Glie lo avete consigliato voi, vero?- l’inquisitore era visibilmente infastidito da tutta quella situazione. Evidentemente vi erano forti attriti tra gli esponenti delle religioni e quelli della politica.
-Certamente. Se la donna è realmente una curatrice talentuosa come sostiene il nostro ospite, vale la pena approfondire che tipo di capacità possiede. Sarebbe da sciocchi sprecare la possibilità di migliorare le nostre conoscenze, non trova?
L’inquisitore, se avesse potuto, avrebbe legato al rogo anche il politicante davanti a lui.
-Voi politici, sunt la rovina del mondo! Vi porrò tutti in catene in nome d’IDDIO!
-Forse, ma fino a quel momento il Re ordina di abbassare le armi e di annullare la caccia alle streghe.- stavo assistendo ad una cosa che non mi aspettavo: la politica sembrava avere un ruolo estremamente più profondo di quanto non ne avesse nel mondo demoniaco, arrivando a intromettersi nelle faccende religiose. Fino a quel momento, l’unica tipologia di politica che conoscevo era quella del colpo di stato, sempre che fosse politica.
Eva venne liberata cadendo in ginocchio e i suoi occhi ripresero a lacrimare. La aiutai a rialzarsi offrendole un braccio mentre una delle guardie le metteva una vestaglia sulle spalle. La folla cominciò a dileguarsi dopo che alcune delle persone che ne facevano parte espressero il proprio disappunto nel non aver visto qualcuno bruciare a morte, facendomi ricordare delle innumerevoli volte che un demone riusciva a salvarsi da combattimenti o situazioni in cui era dato per morto che causavano la stessa reazione in chi assisteva.
Il politicante si avvicinò a me ed Eva.
-Messer Sparda, mi dispiace averla coinvolto in questa situazione. Siete capitato in un periodo piuttosto particolare del nostro tempo.
-È la prima volta che sento o vedo persone che rischiano di venire date alle fiamme anche se innocenti.- ovviamente omisi di dire che dalle mie parti si uccide per qualsiasi motivazione, indipendentemente dalla gravità della situazione.
-L’Inquisizione aveva fatto diligentemente il suo lavoro, portando sul rogo solamente le streghe di cui si avevano prove tangibili e inconfutabili, come abuso di sangue o comportamenti aggressivi verso chiunque.- quelli non erano assolutamente sintomi di utilizzo di magia. Probabilmente quelle donne avevano dei problemi che non necessariamente avevano a che fare con la magia.
Raymond guardò Eva.
-Io non ho mai fatto male a nessuno!- disse la donna di scatto sentendosi accusata.
-Non era mia intenzione accusare nessuno, signorina. Mi scuso se ho dato questa impressione. Ho profondo rispetto per chiunque conosca le arti curative e le usi con altruismo, di qualunque ceto sociale egli o ella sia.- il politico s’inchinò verso Eva mentre porgeva le sue scuse. “Altruismo” era un’altra parola nuova per me.
-No… devo essere io a scusarmi. La situazione è assurda…- Eva era nuovamente sul punto di versare lacrime.
-Mi dispiace tu abbia dovuto subire tutto questo, Eva.- dissi alla donna per poi rivolgermi a Raymond. -Vi prego di scusarci, ma Eva deve riposare. Se volete fare qualsiasi indagine, la dovrete rimandare a domani.
-Certamente, ne riparleremo domani. Spero riposi bene, signorina. Saluti, messere Sparda.- il politico s’inchinò nuovamente verso di noi per poi girarsi e riunirsi al gruppo di uomini appartenenti alle guardie reali che stavano attendendolo. Guardai Eva: era ancora scossa e spaventata, aggrappata al mio braccio destro come fosse l’unica cosa sicura.
Cosa farne, mi chiedevo? Dovevo interloquire con lei, ma in quel momento non sarei riuscito a scoprire nulla, non avrei realizzato ciò per cui ero venuto in quel mondo perdendo solo tempo di conseguenza. Volevo ardentemente soddisfare la mia curiosità per gli esseri umani, una curiosità che neanche io riuscivo a comprendere, ma di cui fino a quel momento avevo un giudizio piuttosto negativo. Chissà se quella donna sarebbe riuscita a farmi cambiare idea.
-Andiamo, signorina. Questa giornata è meglio che finisca.