Siamo solo ai primi giorni del mese di marzo ma Carlo pensa già alle vacanze d’Agosto. Diventa assiduo frequentatore delle agenzie di viaggio, consulta internet e legge diversi opuscoli. Vuole fare una bella vacanza rigeneratrice. Lui è infermiere all’Ospedale San Giovanni di Roma, lavoro faticoso e stressante. Carlo, è molto stanco ma anche logorato dai problemi che stanno distruggendo la nostra vita di coppia. Anche io lavoro come infermiera nello stesso Ospedale e posso capirlo… Ci sono giorni che arrivo a casa strisciando e i musi di Carlo non mi aiutano a rimettermi in forma. E’ in questo ospedale che ci siamo conosciuti, innamorati e dopo circa un anno di assidua frequentazione ci siamo sposati. Eravamo giovani e pieni di aspettative. I primi tempi il nostro matrimonio era felice. Io lasciai il mio piccolo appartamento sulla via Appia e mi trasferii a casa di Carlo, all’ultimo piano di un moderno palazzo nella zona di Cinecittà est. L’appartamento era molto bello. Si entrava direttamente nel soggiorno arredato con mobili antichi e su un lato un divano fiorato rallegrava l’ambiente. Sul lato opposto c’era l’ingresso alla cucina arredata in stile rustico che mi ricordava la casa di mia nonna. Un piccolo corridoio dava l’accesso a tre grandi camere da letto e a doppi servizi. Però solo la stanza di Carlo era arredata e con molto gusto. I mobili erano del ‘700 napoletano. Rari pezzi di antiquariato. Così mi disse Carlo. In questa casa, dopo il lavoro, trascorrevamo delle serate piacevoli. Ci preparavamo delle cenette gustose, guardavamo film appena usciti, quasi tutti presi a noleggio, o ascoltavamo della musica, preferibilmente classica. Naturalmente non mancava fra noi una grande intesa sessuale.

Con il tempo, però, le cose cambiarono. Quando scoprimmo di non poter avere figli, il nostro matrimonio divenne, ben presto, una barca che faceva acqua da tutte le parti. In casa si litigava o si stava in un silenzio tombale. E lentamente, per forza di inerzia siamo arrivati fino ad oggi.

Queste vacanze possono essere anche un modo per evadere dai nostri problemi. Il mese di agosto arriva presto e la notte del primo partiamo con la moto che ci conduce al porto di Ancona, dove ci imbarchiamo per raggiungere Baska voda. Trascorriamo una notte in traghetto, molto suggestiva, e la mattina dopo ci ritroviamo in questo piccolo, meraviglioso paese della Croazia. Alloggiamo in un bellissimo residence a picco sul mare. Nell’insieme un po’ piccolo ma molto confortevole. C’è l’angolo cottura, tutto completamente in formica e attrezzato con zona pranzo e bagno privato con doccia. Bellissima la camera da letto nei toni del rosso, con cuscini e copriletto abbinati. Nel residence, però, ci limitiamo a dormire. Preferiamo trascorrere le nostre giornate all’aria aperta. Le spiagge di sabbia bianca e di ghiaia circondate da pini sono molto invitanti. E noi le frequentiamo tutto il nostro tempo. La sera passeggiamo sul lungomare o andiamo a cenare nei locali del luogo dove mangiamo i civapcici, carne di manzo alla griglia, tipici del posto, che a noi piacciono molto. Sembra che il nostro rapporto sia molto migliorato, credo, anche grazie alla magia di questo luogo. Però, ben presto, durante il giorno perdo la compagnia di Carlo che viene fagocitato dal suo hobby preferito che è la pesca. Così lui si trasferisce al porto con le sue lenze e io resto in spiaggia a leggere, prendere il sole e a fare i bagni. Ma non sono soddisfatta perché penso che Carlo, ancora una volta, ha trovato un alibi per allontanarsi da me. Ma non resto sola a lungo. Un giorno, uno dei tanti di questa vacanza, mentre sono in spiaggia, distesa sul mio asciugamano a prendere il sole, ad un tratto, si avvicina un uomo. Ha un bell’aspetto: non molto alto ma piuttosto atletico. Ha i capelli biondi e i suoi occhi sono verdi. Mi dice:

“Ti vedo sempre qui. Ma non sei del posto. Sei in vacanza da sola?”

“Sono italiana e sono qui, con mio marito”

“Non lo vedo mai…”

“E’ sempre a pesca” gli rispondo

“Ma come si fa a lasciare da sola una moglie così carina come te ?” aggiunge e mi dice:

“Come ti chiami?”

“Stefania e tu?”

“Sacha”

“Sei del posto?”

“Si, sono di Baska voda. Lavoro in un ristorante sul lungomare frequentato da molti italiani. Per questo parlo bene la tua lingua .” Tu, da che città vieni?

“Da Roma”

Ti andrebbe di raggiungere a nuoto quella spiaggia dietro gli scogli? Te la voglio mostrare. E’ la più bella di Baska voda”

Senza esitazione accetto, perché la solitudine mi pesa. Appena raggiunta l’altra sponda del mare resto a bocca aperta. E’ un posto incantevole. Ci asciughiamo, poi lui inizia ad accarezzarmi ed io mi sciolgo come neve al sole. Anche se ci conosciamo da poco, con una buona dose di incoscienza, ci amiamo appassionatamente. Ho sete di amore. Negli ultimi tempi io e Carlo non ci siamo toccati quasi più. Ad un tratto mi rendo conto che si è fatto tardi.

“Per me, è ora di andare” dico

A nuoto ritorniamo all’altra spiaggia e ci salutiamo senza dire nulla.

Al residence con Carlo, faccio finta di niente, tanto lui non trova  strano che trascorriamo tanto tempo lontani l’uno dall’altro. I giorni seguenti Sacha mi raggiunge sempre in spiaggia e insieme andiamo all’altra sponda, lontani da occhi indiscreti. Ci diciamo tante cose. Gli parlo del mio matrimonio sfortunato e lui mi racconta delle sue storie d’amore che non hanno mai avuto un lieto fine. Mi parla della sua vita  a Baska voda che adora e del suo lavoro che lo appassiona. Anche io gli parlo del mio lavoro e delle bellezze della città di Roma. Presto Sacha  mi dichiara il suo amore e mi invita a fare una scelta. Anche io provo dei sentimenti d’amore nei suoi confronti ma non me la sento di fare colpi di testa. E se si tratta solo di un’infatuazione estiva per entrambi? Sacha comprende i miei dubbi  però aggiunge:

“Sono sicuro che tornerai da me”

Intanto per me e Carlo, è ora di tornare a Roma. Appena arrivati in città posso rendermi conto che le cose, tra noi, non sono cambiate. Ritorniamo a litigare e a portarci rancore. Di Sacha non gli dico una sola parola, ma non mi sento in colpa nei suoi confronti perché Carlo le corna, se l’è proprio meritate… Ma un giorno è lui ad affrontare l’argomento. In un tardo pomeriggio, dopo il lavoro, mi dice:

“ Ti devo parlare”

“Dimmi”

“A Baska voda non sono stato sempre a pesca. Ho conosciuto una cameriera di un ristorante vicino al molo e mi sono innamorato di lei”

Anche se ho fatto altrettanto, per me è pur sempre una doccia fredda.

“Bene. Anche io in spiaggia non sono stata sempre sola. Ho conosciuto un cuoco e mi sono innamorata di lui”

“Anche tu?” dice Carlo e aggiunge: “Da te non me lo aspettavo”

“Perché sono una donna? Vogliamo iniziare a fare polemiche?”

“Non voglio iniziare a fare niente ma questo punto, non possiamo fare come gli struzzi. Il nostro matrimonio è finito”

“Già da un bel po’ di tempo” rispondo.

“Dal momento che  ne abbiamo preso coscienza io penso sia il caso di metterci in aspettativa e di tornare a Baska voda dai nostri amanti stranieri, per iniziare una nuova vita più felice.”

“E’ una buona idea” rispondo.

Così dopo qualche giorno partiamo nuovamente per Baska Voda e quando raggiungiamo il porto io e Carlo ci salutiamo civilmente ma con grande amarezza. E’ ancora giorno, così mi dirigo verso la mia spiaggia dove ho un’amara sorpresa. Sacha è in acqua e bacia una bella signora. E’ come temevo. Sacha è un avventuriero. Giro sui miei tacchi e me ne ritorno al porto. Da lontano vedo Carlo venirmi incontro.

“Cosa ci fai qui?” dico.

“Katrina è tornata con il marito. E tu?”

“Sacha è con un’altra”.

Non possiamo fare a meno di scoppiare a ridere.

“Che ci serva da lezione” dice Carlo e aggiunge “Vogliamo provare, ancora una volta, a salvare il nostro matrimonio?”

Annuisco. Così ci prendiamo per mano e corriamo verso il traghetto che sta per partire.