È andato a catturare serpenti per bere il loro veleno.
Eccolo di ritorno, schiumante.

Con gli occhi inquinati dall’esecrazione e il sorriso irridente di sfida prende la mira come un cecchino e mi spara addosso, lasciandomi senza respiro per un tempo interminabile che desidero sciogliere nell’acido della disperazione.

Onde di lacrime m’alterano la vista mentre riconosco e detesto altamente insidiose le fibre muscolari del suo corpo pulsare senza controllo sul mio.

Nei suoi movimenti c’è incuria, distanza, degrado.
È spregiudicato, senza scrupoli,
approfitta della folle paura che mi paralizza, mi spinge la faccia contro la sua pancia come per soffocarmi
e poi la riporta di fronte alla sua, sudata di marciume.

Mi sento bruciare
come se fossi alle porte dell’inferno.

La sua bocca scatta in agguato, comandata da martellate nervose che lampeggiano nei muscoli di tutto il viso.
Dentro di sé, intorno a sé, sulla superficie di sé tutto è fuori controllo
e tuona rimbombante l’alienazione.

La brutalità usata diventa abuso, l’ombra scura del nuvolone mi svuota addosso tutto il suo inchiostro affilato come lame di Katana che tagliano, penetrano e uccidono.
Lacerazioni squarciano la pelle ovunque e boccheggio come un pesce fuori dall’acqua in attesa della fine.

Tutto è falsamente silente e il mio stoicismo mi spaventa.

Freddo, sento freddo come la morte sulla pelle e il suo respiro affannoso e appagato mi si ghiaccia addosso.
Questo freddo occupa ora il mio corpo con una forza incontrollabile
e spinto da un vento incontenibile decide di stanziarsi, incatenandosi ai muscoli e alle vene.
Non esiste cappotto che lo possa attenuare.

La struttura del mio corpo è ormai fatiscente, i muri sono testimoni di crepe definitive infiltrati da rigoli di vene atrofizzate.
Mi sento un cadavere che galleggia a pelo d’acqua.

Ed è come vedermi perire fra le mie braccia.

Da dentro me una voce svuota  l’anima e prende vita la parola che urla al profanatore.

NON SONO MORTA, BASTARDO.
MI HAI MARCHIATA A VITA E PER QUESTO TI MALEDICO.
LA MIA LIBERTÀ SARÀ ETERNAMENTE VIZIATA DALLA SOFFERENZA DEVASTANTE A CUI L’HAI CROCIFISSA E TI CONDANNO AD ARDERE NEGLI ABISSI DEGLI INFERI.
SENZA FINE.