Le mie dita
che sfiorano
leggere
i contorni del tuo volto.
Le mie labbra
socchiuse
temporeggiano pudiche
ad un niente dalla tua pelle.
I miei occhi
immobili
affondano nei tuoi
scoprendo percorsi
troppo a lungo occultati.
È così che assaporo
dolcemente perduta
il tuo essere d’ora
qui
in questo tempo diffuso
che mi scivola addosso
che mi penetra impavido
che mi divora sapiente
beffardo e consapevole
della mia voluta resa.
Percorro le tue fattezze
con piglio delicato
attraversando i tuoi sentieri
su ali leggere
che non lasciano traccia
agli altrui sguardi.
Ma il tuo lo ha capito
e stavolta
forse
lo accetterai.
Donagli spazio
e tempo
e mani
e cuore.
La vita
vedrai
ti sorprenderà.