Rudolf è un omone grande e grosso, sempre affamato e grande bevitore.

La moglie Ester, una donnina esile e raffinata gli prepara sempre buoni pranzetti con la tavola ben apparecchiata. Quando mangiano lui è costretto a comportarsi bene, Ester lo rimprovera se non sta composto, se parla con la bocca piena e beve troppo.

Ma oggi… Ester non c’è, è andata dalla sorella per fare acquisti alla fiera della seta.

“Sono libero, posso fare tutto ciò che voglio oggi! – pensa gongolando Rudolf – la mia Ester mi ha lasciato questo bel piatto di bucatini… pancia mia fatti capanna!”

Infatti, senza neppure cambiarsi gli abiti da lavoro, prende il piatto e comincia a mangiare con le mani, godendosela un mondo, e bevendo abbondantemente.

Gli effetti del vino si fanno sentire, e Rudolf si addormenta sulla sedia con la testa sul tavolo, dimenticando di tornare al cantiere dove lavora.

Così lo trova Ester quando torna, lo sveglia e gliene dice di tutti i colori.

Il grande e grosso Rudolf balbetta qualche scusa:

“Esterina mia, mi sono addormentato perché sono stanco, sono appena tornato dal lavoro”.

“Davvero? E che lavoro hai fatto? Hai impastato una pizza?”

“Cosa? Ma che dici, io faccio il muratore!”

“Già, guardati le mani, tutte sporche di sugo, non ti posso lasciare mai da solo!”

Rudolf si guarda le mani tutte imbrattate e, come un bambinone preso con le mani nel vasetto della marmellata va a lavarsi, pensando tristemente che la moglie non si fiderà più di lasciarlo solo.

“Povero me, fine della libertà”.