Lucy camminava avanti e indietro con fare nervoso e agitando la testa.
«Non basta, non capite che non basta!»
«Come sarebbe a dire che non basta? E fermati un attimo, ci stai innervosendo tutte!»
La apostrofò Irin!
«Adesso ti siedi e ci spieghi.»
Lucy guardò una a una le sorelle e Marylin, e diede un’occhiata preoccupata anche al gatto Fuliggine.
«Ecco, mi spiego. Dobbiamo pensare al dopo. Grace dice di agire quando avrà Saturno contro, ma secondo me non basta. Quando gli sarà tornata la memoria e non riuscirà più a mettere in fila due parole, non potrà più vendicarsi su di noi con una storia. Allora secondo voi cosa farà?»
Si guardarono l’una con l’altra.
Rispose Grace:
«Si vendicherà. Sì certo, dobbiamo metterlo in conto.»
«Allora verrà a prenderci e ce la farà pagare ad una ad una.»
«E noi potremmo trasformarlo in porco, quell’incantesimo ci riesce bene!» Rispose Patty ridendo
«Bhè da quando hai paura? Ti stai rammollendo Lucy?»
«Rammollendo? Guarda carina che non ho nessuna intenzione di finire di nuovo in catene.»
Intervenne Hilary.
«Calma ragazze, comunque l’incantesimo dei maiali su lui non funziona, è troppo blando.»
Poi fu la volta di Matty.
«Allora dobbiamo renderlo innocuo… per sempre! O sarà la guerra. Già immagino le forze malefiche che si addensano sulla nostra casetta, volteggiano in nuvoloni neri di fumo e odio. Già sento tuonare le trombe dell’apocalisse e fischiare il vento della vendetta.»
Ci fu un momento in cui nella stanza spirò un gelido alito di vento, non si sapeva da dove veniva ma tutte sapevano di cosa si trattava.
Era paura!
Marylin rabbrividì.
«Ecco, adesso mi fate paura ragazze. Lo abbiamo fatto già infuriare a Carnevale, e ancora mi chiedo come mai non ci abbia fulminato. Stavolta però rischiamo davvero tanto.»
Grace con un colpetto di tosse attirò l’attenzione su di lei.
«Attenzione ragazze, su un punto dobbiamo capirci bene: io non intendo rinunciare al programma fatto. Piuttosto tu Lucy, che hai sollevato la questione, avrai un’idea spero.»
«Più o meno.»
«Più o meno non basta.» l’apostrofò di nuovo Irin.
«La mia idea è che dovremmo cercare un suo punto debole, ma che non sia soltanto la gola o le belle forme di Grace e Marylin. Qualcosa di più intimo, qualcosa che possa distruggerlo.»
Si avvicinò a Marylin
«Sai una cosa bella sirenetta, forse sei proprio tu quella che ci salverà.»
Ancora silenzio, stavolta senza vento gelido.
«Io, e come?»
«Siediti, chiudi gli occhi e ripensa a tutti i momenti passati con lui. Pensa alle sue parole, alle sue battute, alle sue esclamazioni. Concentrati …»
Marylin si sedette su una sedia a dondolo, tutte le streghette le si fecero attorno imponendo le mani su di lei e formando un cerchio magico.
«Concentrati…»
«Concentrati…»
«Adesso respira forte e racconta cosa dice, racconta cosa vedi.»
La sirena chiuse gli occhi e prese a respirare lentamente.
«Lui dice sempre “Gioia mia” “Bella mia” e… “Mamma mia”, poi “Mamma che buono”, “Mamma che bella che sei” e in corridoio c’è una foto …oddio è vero! La vedo! La vedo!»
«Chi vedi?»
«Chi vedi?»
«Vedo la foto terribile di sua madre!»