Ciao io sono Angelino, voglio raccontarvi della nostra grande impresa.
Era una notte di mezza estate, eravamo lì tutti sul muretto, la solita comitiva notturna. Ne combinavamo di tutti i colori, insieme con noi bionde a volontà.
Nel mentre ce la spassavamo andò via la corrente elettrica. Tutto il paese piombò nel buio più totale.
All’improvviso un rombo assordante, una luce accecante coprì il poco chiarore che era rimasto di una pallida luna. Quella gigantesca nave spaziale sparava fumo a destra e sinistra. Poi cominciò ad innalzarsi di nuovo e sparì  davanti ai nostri occhi. Poi fu silenzio e di nuovo buio, pure quel poco chiarore di luna era sparito. Giorgino incominciò ad urlare “i pirati spaziali hanno rubato la luna!” Non potevamo non occuparci di lei, ormai faceva parte delle nostre nottate da innamorati delle bionde amichette. Organizzammo una spedizione alla ricerca della luna, così abbandonando le bionde lì, apoggiate sul muretto, incominciammo a correre lungo la strada.
Paoletto disse “Ma dove andiamo in orizzontale?” “È più in alto: bisogna salire con una scala, andare in verticale”. Nelle vicinanze una ferramenta faceva al caso nostro. D’altronde conoscevamo il posto come le nostre tasche: ci balenò l’idea di fregarla, e zac due sassate, vetrina  in frantumi, e zac sottratta scala. Allora Giorgino sollevò la scala tenendola ferma e noi cominciammo a salire svelti svelti piolo dopo piolo, ma i pioli, si sa, finiscono e patatrac tutti per terra.
Suoni di sirena, lampeggianti, ci guardavamo intorno con gli occhi dilatati e naso all’insù, pensavamo meno male i pirati ci riportano la luna. Invece no, “Fermi! carabinieri.” Era scattato l’allarme della ferramenta cavolo, “Siete in arresto”. Maledette  birre bionde che sbronza! La prossima estate berremo solo birre scure doppio malto.