Autore: michele.spinella

Straccioni

La tangenziale di Mestre alle tre di notte era completamente vuota, solo qualche macchina che probabilmente tornava da qualche locale notturno della riviera Jesolana. Correvano, scappavano, pieni di adrenalina con il cuore che sembrava esplodere, dentro quella fiat Punto la paura si respirava assieme al fumo delle sigarette che stava fumando. Come al solito arrivati all’imbocco della castellana, si sentivano invincibili e sicuri e cominciavano a fantasticare su cosa avrebbero fatto con i soldi guadagnati in questa ultima rapina. Ogni volta guadagnavano la prima pagina de “La Nuova delle tre Venezie”, che descriveva maniacalmente i dettagli della rapina, con morbosa attenzione si soffermava su particolari violenti o scabrosi, alcune volte alquanto fantasiosi. Le tabaccherie bersaglio avevano sempre il locale adibito ai video poker, il colpo avveniva di solito nel tardo pomeriggio prima che i proprietari portassero via l’incasso della giornata. La moto da fuoristrada, rubata nella notte, si piazzava davanti all’ingresso dell’esercizio, il passeggero scendeva ed entrava, senza togliersi il casco e revolver alla mano, puntava direttamente alla cassa minacciando chi stava dietro il bancone, urlando e minacciandolo. Ogni volta gli astantirimanevano atterriti e confusi, come se qualcuno li avesse colpiti in testa con un manganello. Nessuno osava fiatare, tanta era la durezza della voce del rapinatore e la risolutezza dei gesti, ad ogni rapina sembrava che proiettasse nella stanza un’ombra che avvolgeva tutto e tutti in un torpore...

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Il convitto

Un raggio di sole entrava dalla finestra e scaldava la parete bianca, come ogni mattina il sole scaldava la stanza quanto bastava per permettere a Jessica e a Chiara di uscire da sotto le coperte senza raffreddarsi. A turno andavano nel bagno della stanza, si cambiavano e poi subito a fare colazione con tutti gli altri. Entrando nel refettorio si sentiva subito l’odore del caffè latte, l’odore non era sgradevole forse faceva un po’ impressione la marmitta enorme dal quale la signora lo pescava con il mestolo, per versarlo dentro le tazze tutte uguali. Il refettorio era pavimentato di...

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