DONNA
Quando Virgin le aveva proposto di entrare a far parte della piccola compagnia teatrale dove lei stessa vi partecipava, Donna s’era all’inizio schernita poi, invece, appassionata, non solo alla trama che andava in scena, ma alla magia della recitazione, quel poter essere qualcun altro nella sua stessa pelle.
Non come un corpo in affitto, ma in una vera e propria solidale coabitazione.
La protagonista dell’opera messa in scena, si chiamava Lucrina, un nome bizzarro, inventato per una trama, invece, terribilmente reale.
L’autrice di quella storia doveva essere stata a sua volta tradita: troppo realismo nelle battute, troppi interrogativi, tardivi ed inutili, quegli stessi che erano aleggiati per tanto tempo nella sua mente, portandola sul baratro della depressione.
Poi era arrivata Virgin e l’aveva presa per mano tirandola via dalle sue ossessioni, prospettandole in una visuale diversa, esterna, ironica e dissacrante, con la quale rileggere tutta quella sua maledetta storia.
Il suo fallimento, come s’ostinava all’inizio a chiamarlo Donna, prima che arrivasse Virgin, portandole in dono la rivelazione della recitazione e di se stessa.
Per questo le sarebbe piaciuto conoscere l’autrice della piece “Dov’è l’inganno?” per darle lo stesso buon consiglio che Virgin aveva dato a lei: il tuo dramma non limitarti a raccontartelo, recitalo.
Si era fatta questa convinzione sull’autrice del testo, e così l’empatia la spingeva a recitare in maniera superba la parte a lei assegnata, quella della moglie del traditore, convinta che quello fosse stato, nella vita dell’autrice, il ruolo da lei vissuto.
Non era stato per Donna comunque facile accettare quell’interpretazione, che subito aveva pensato ad una trovata di Virgin, una sorta di terapia shock escogitata per accelerare la sua guarigione.
– Così mi uccidi! – aveva urlato a Virgin
– Non le stabilisco io le parti, ma il regista. Parlane con lui, se vuoi interpretare il ruolo dell’amante tradita, quello assegnato a me, io non ho difficoltà a cedertelo, seppure sono convinta che il ruolo della moglie inconsapevole potresti trovarlo perfino divertente – aveva obiettato l’amica
– Ti ricordo che è un drama quello che va in scena –
La replica piccata di Donna, non aveva scalfito minimamente l’aplomb di Virgin, che s’era limitata a rispondere: anche il dramma ha il suo lato comico.
Quel ruolo non l’aveva trovato comico, ma illuminante. Così s’era trovata a riflettere Donna, interpretando sul palcoscenico la parte di quella moglie che da sempre, forse anche per via di un clichè prestabilito, aveva considerato sua rivale, ma poi aveva scoperto essere lei la prima vittima innocente, perché inconsapevole che tutte quelle sue certezze di felicità/verità/stabilità, sul quale aveva costruito la sua vita, fondavano invece sull’inganno
…e così aveva smesso di odiarla e le aveva fatto spazio dentro di lei, accogliendola e dandole, con passione e convincimento, la sua voce.
NEL TEATRO
C’era una scena, nella rappresentazione teatrale, che a Virgin piaceva in maniera particolare, quando alla moglie del suo ex amante, le viene recapitato un meraviglioso bouquet di rose rosse, con allegato un biglietto per assistere allo spettacolo teatrale “Dov’è l’inganno?” correlato da un sibillino messaggio “Nel teatro…così come nella vita”.
E così la donna, che ha aderito per curiosità all’invito di quel messaggio indecifrabile, seduta in prima fila, capisce che quello che sta andando in scena non è il racconto di una storia qualsiasi ma quello intimo della sua vita.
E proprio questa scena, con opportune varianti, aveva suggerito a Virgin l’idea di vendicare la sua amica, con l’invio sistematico, su commissione e a cadenza settimanale, di un bouquet di rose rosse, da recapitare alla moglie dell’ex amante di Donna, con incluso un appassionato bigliettino d’amore, affinché anche lui provasse finalmente le angosce del tradimento.
…semmai un uomo simile fosse in grado di provare dei sentimenti.
Ma questo avrebbe illuminato la donna su chi aveva sposato o, piuttosto, avrebbe solo rovinato la vita di lei, rendendola oggetto di un crudele ricatto morale, consegnandola innocente a quello scaltro infedele che, di certo, avrebbe sfruttato a suo favore il presupposto misfatto della moglie, come motivazione inattaccabile per spianarsi il percorso verso altri, e più agevoli, tradimenti?
Se prima la moglie era cieca, questo escamotage, l’avrebbe resa anche muta.
Una vendetta così congegnata avrebbe fatto più male a lei che a lui.
E allora Virgin aveva eliminato le varianti al copione, attenendosi fedelmente alla sua trama
Vediamo se, al cospetto della verità, questa moglie tradita ha le palle per reagire, oppure merita l’omuncolo che ha sposato!
Questa una delle battute di Virgin nel ruolo dell’amante, che recita, per dovere di copione, fissando gli occhi in quelli di Donna, nel ruolo della moglie, seduta in prima fila.
…e così, la moglie capisce che le battute del copione contengono una verità di cui lei non ha mai avuto il minimo sospetto.
Il minimo dubbio.
NELLA VITA
Il meraviglioso mazzo di rose rosse le era stato recapitato all’ora di cena, con accluso il biglietto d’ingresso per il piccolo teatro locale dove, da diversi mesi, si rappresentava con un qualche successo di critica, e di pubblico, la rappresentazione teatrale “Dov’è l’inganno?” con allegato un bigliettino recante un messaggio criptico “Nella vita come nel teatro”
Quell’enorme mazzo di rose doveva essere costato una fortuna, non poteva trattarsi di un semplice escamotage pubblicitario, e d’altronde di quel drammone sentimentale ne avevano parlato lungamente anche in TV, con toni entusiastici, in merito anche agli incassi di botteghino.
Non era quindi una trovata pubblicitaria.
Una fortuna, però, che suo marito fosse fuori città per lavoro, che quell’omaggio anonimo avrebbe scatenato la sua gelosia, che quell’omaggio floreale, senza alcun dubbio, le era stato recapitato per errore.
A malincuore infilò l’enorme bouquet, perché le rose erano splendide, in un sacco della spazzatura, e poi stracciò entrambi i biglietti poiché non era appassionata né di teatro né di enigmistica.
…e neppure di scenate di gelosia.